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11 Dicembre 2014

Il Recioto “La Dama”, vino dolce in abito da sera

L’abbinamento con il Grana Padano Riserva

Un vino nato dalle uve nobili e autoctone della Valpolicella: Corvina (eleganza), Corvinone (forza) e Rondinella (sentori floreali) coltivate su vigneti che hanno un’età di 35-40 anni.
Il Recioto dell’Azienda Agricola “La Dama”, con sede a San Vito di Negrar (VR), ha una vendemmia simile a quella dell’Amarone - vino simbolo della Valpolicella - ma è caratterizzato da un lungo appassimento per circa cinque mesi in fruttai a ventilazione naturale, dopo la raccolta manuale dei grappoli. Ai primi di marzo avviene la vinificazione con affinamento in barrique di secondo passaggio per 12 mesi e, successivamente, in bottiglia per altri 6 mesi prima della commercializzazione.
L’origine del nome Recioto è legata alla parola dialettale veneta “recie”, ovvero orecchie, in riferimento alle parti esterne del grappolo d’uva solitamente più dolci. L’azienda “La Dama” nasce dalla volontà di Gabriele e Miriam di entrare nel mondo del vino da produttori con vini di grande qualità ed eccellenza, dedicandosi a una coltivazione biologica e ad una profonda passione per il vino.
Peculiarità di quest’azienda, che prende il nome da quello del vigneto che generosamente ha sacrificato le sue viti per lasciare il posto alla cantina, è il fatto che segue la filosofia della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) che raggruppa viticoltori che rispettano un rigoroso metodo di vinificazione, ma prima ancora un preciso schema di vendemmia: limitando, ad esempio, l’uso di additivi superflui; concentrando l’attenzione sulla produzione di uve sane così da non rendere necessari particolari trattamenti; seguendo direttamente tutta la filiera, dalla cura della vigna alla trasformazione dell’uva in vino, fino all’imbottigliamento e alla vendita.
Il Recioto “La Dama” si presenta con un colore rosso rubino molto scuro con aromi di cacao, spezie e confettura di frutti di bosco. È ideale con torte al cioccolato, budini e pasticceria secca, ma risulta più che mai adeguato anche con formaggi stagionati, per la regola della contrapposizione (dolce/salato). Ecco perché l’abbinamento proposto dal sommelier professionista Antonello Moresi è con il Grana Padano Riserva, cioè stagionato almeno 20 mesi, dedicato a consumatori più attenti ed esigenti. Dal sapore ricco e pieno, non risulta comunque aggressivo al palato e la persistenza sapida viene ben bilanciata dalla morbidezza del vino. Si tratta di un formaggio a pasta dura, cotta ed a lenta maturazione, la cui nascita risale all’anno mille e all’ingegno dei monaci benedettini, che favorirono il diffondersi dell’allevamento del bestiame con conseguente ricca disponibilità di latte. Questo formaggio, protagonista dei banchetti rinascimentali di principi e duchi, fu a lungo l’alimento principale di sostentamento delle popolazioni residenti in campagna , nel corso delle carestie.

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